Israel Start-Up Nation, Rik Verbrugghe: “Vogliamo essere il quinto team al mondo, abbiamo bisogno di risultati da Chris Froome”
Alla Israel Start-Up Nation si aspettano ancora cose importanti da Chris Froome. Nonostante una prima annata deludente, anche a causa di un parassita intestinale che ha debilitato il britannico, la formazione israeliana si aspetta ancora di poter contare sull’ex team Sky per provare ad avvicinarsi al livello dei top team. Il direttore sportivo Rik Verbrugghe ha comunque ammesso che il classe ’85 difficilmente potrà essere in grado di curare la classifica e che il suo programma dovrà comunque essere definito strada facendo, riuscendo a capire quali sono gli obiettivi che sarà in grado di raggiungere di volta in volta.
“Il nostro obiettivo è vincere ogni tipo di gara, ma ci manca un vero uomo di classifica – ha ammesso ai microfoni di Cyclingweekly – È vero che abbiamo in squadra Chris Froome, ma non è il Chris Froome del team Sky. Lui è in un processo di crescita, ma è anche vero che il team vuole essere protagonista in tutte le gare: corse di un giorno, corse a tappe di una settimana, e nei GT non abbiamo un capitano ma possiamo puntare alle tappe. Per il prossimo anno l’obiettivo è di entrare nella top 5 dei team. Quattro posti sono già assegnati: Ineos, UAE, Jumbo e Quickstep, ma dietro di loro ci sono dieci team che possono prendere la quinta posizione. Per ottenere questo obiettivo, abbiamo bisogno di risultati. Per il prossimo anno abbiamo bisogno e vogliamo vedere risultati da Chris. Può essere in una corsa minore, ma speriamo sia in una importante, o ancor meglio nella più importante di tutte. Ma anche una corsa minore sarebbe un buon inizio, il primo passo verso la giusta direzione”.
Il classe ’74 ha poi parlato nello specifico del programma del corridore più rappresentativo del team per il prossimo anno: “Non posso spiegare tutta la strategia che abbiamo in mente per lui, ma è come una ragnatela di obiettivi a breve termine, se ne raggiunge uno, poi si aprono altre prospettive. Ma se non raggiunge l’obiettivo, allora dobbiamo fare un passaggio alternativo. Non è previsto che andrà al Tour, a meno che non riesca a passare attraverso tutte le fasi di cui ha bisogno. Se dovesse accadere, allora avremo un Chris competitivo al via del Tour, ma non è una garanzia. Se va bene, avrà un calendario classico prima del Tour, ma se non vedremo i risultati che vogliamo, allora avrà un programma più leggero. […] A seconda della sua evoluzione, può migliorare e essere più ambizioso in corsa. Abbiamo visto dei progressi una volta che si è liberato del parassita dopo il Tour, ma non abbiamo avuto abbastanza tempo. Il prossimo anno dovremmo averlo”.
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